Pensi spesso a come la realizzazione di un’app potrebbe migliorare i processi interni o generare valore per i tuoi clienti, ma quando non si hanno le competenze tecniche è difficile capire quale sia la modalità migliore per concretizzare la tua idea. Se non sei un CTO o uno sviluppatore, è normale che termini come backend, framework o API non facciano parte del tuo vocabolario. Il problema è che, quando si tratta di realizzare un’app, l’incertezza tecnica può causare sprechi di budget e perdite di tempo assolutamente evitabili.
Ecco perché abbiamo preparato questa guida: una checklist concreta, pensata per imprenditori e manager che vogliono realizzare la loro app con metodo e consapevolezza, anche senza possedere competenze da sviluppatori. Perciò, eccoti qualche consiglio per orientarti tra scelte, domande scomode, soluzioni pratiche — e anche qualche scorciatoia intelligente, come l’outsourcing del team di sviluppo.
Definisci lo scopo dell’app
Prima ancora di pensare a design, funzionalità o tecnologia, è necessario individuare una direzione precisa. La domanda da cui partire, quindi, è: perché voglio sviluppare quest’app?
Definire uno scopo chiaro significa identificare:
- Chi sono gli utenti finali: clienti, collaboratori, agenti, fornitori?
- Quale problema concreto risolve: snellisce un processo? Aumenta le vendite? Riduce il carico del customer service?
- Qual è l’obiettivo aziendale: supportare la crescita? Fare innovazione interna? Migliorare i dati a disposizione?
Più lo scopo è definito, più sarà facile per i tecnici (sia interni che in outsourcing) disegnare una roadmap sensata. Un’app ben riuscita non è quella con più funzionalità, ma quella che svolge la propria specifica funzione in modo corretto e accurato.
Mappatura delle funzionalità: dalla lista dei desideri al minimo indispensabile
La tentazione più grande, dopo aver individuato l’obiettivo da raggiungere, è quella di inserire nell’app ogni feature possibile, ogni richiesta inoltrata dai vari reparti, ogni “Già che ci siamo…”. Tuttavia, così rischi solo di perdere di vista il fine ultimo che ti eri prefissato, introducendo elementi aggiuntivi senza il giusto criterio.
Il secondo passo, quindi, sarà quello di scrivere nero su bianco le funzionalità essenziali, che permettono all’utente di svolgere l’azione principale per cui l’app è stata concepita. Questo è l’MVP, Minimum Viable Product: una versione minima, ma utilizzabile, dell’app.
Per far ciò, dovrai:
- Partire da un brainstorming, in cui raccoglierai tutte le idee più utili e interessanti;
- Rivedere l’elenco con occhio critico e chiederti: “Se togliessi questa funzione, l’utente riuscirebbe comunque a usare l’app?”
- Mantenere solo ciò che è necessario per validare il progetto sul campo.
Questo approccio non costituisce un limite: ti permette di testare in anticipo, investire meglio e apportare modifiche e correzioni strada facendo.
Budget per la realizzazione dell’app: metti dei paletti
Uno degli errori più comuni è fissare un budget aleatorio, basato su esperienze altrui o andando un po’ “a intuito”. Il budget deve essere legato a dei criteri oggettivi:
- complessità delle funzionalità,
- numero di piattaforme (Android, iOS, web),
- integrazioni con sistemi esistenti (CRM, ERP, gestionali…),
- tempistiche di rilascio.
Per avere un ordine di grandezza realistico, richiedi un confronto tecnico con un partner esperto. Un buon interlocutore saprà spiegarti con chiarezza quanto ti costa lo sviluppo dell’app, quali margini ci sono per tagliare o ottimizzare, cosa è meglio rimandare a una seconda release.
Ricorda, inoltre, di prevedere un margine per manutenzione e modifiche. Un’app non è un prodotto finito, poiché si aggiorna e cresce in base alle esigenze della tua azienda. Avere le risorse per sostenerne l’evoluzione è indispensabile per garantire un risultato ottimale, anche sul lungo periodo.
Tecnologia per la realizzazione dell’app: non devi capirla, ma essere in grado di scegliere
No, non devi scegliere tu se usare Flutter o React Native, o se il backend sarà in Node.js o Python. Ma devi capire le implicazioni di queste scelte tecniche, che influenzeranno i tempi di sviluppo, i costi di mantenimento e la possibile flessibilità futura.
Per esempio:
- Lo sviluppo nativo è più costoso, ma garantisce le massime performance.
- Lo sviluppo cross-platform richiede meno costi e garantisce maggiore rapidità, con qualche compromesso.
- Soluzioni no-code o low-code consentono uno sviluppo rapidissimo, ma progetti complessi non consente ampia flessibilità.
Un buon team ti aiuterà a scegliere la tecnologia più adatta in base ai tuoi specifici obiettivi.
Team di sviluppo: interno, freelance o outsourcing?
Qui si decide l’efficienza (e spesso la sopravvivenza) del progetto. Le opzioni da considerare sono:
- Team interno: costi fissi, gestione diretta, ma poca flessibilità.
- Sviluppatore freelance: flessibili e più economici, ma richiedono tempo e coordinamento.
- Outsourcing a un team organizzato: mix ideale per chi vuole qualità e continuità, senza dover gestire ogni dettaglio.
Con un partner come Beehind, trovi le risorse giuste da integrare nel tuo team o da ingaggiare per gestire il progetto, scegliendo tra sviluppatori accuratamente selezionati e con competenze su diversi stack tecnologici. Tu porti la visione, loro la trasformano in codice.
Comunicazione e controllo: fidati, ma verifica
Quando non hai una completa comprensione del codice, il rischio di “delegare alla cieca” è alto.
Per questa ragione è determinante creare un processo trasparente e incentivare la comunicazione: devi sempre sapere a che punto è il progetto, cosa stanno facendo i tecnici e quali sono gli step successivi.
Richiedi dunque aggiornamenti settimanali o quindicinali e report sintetici con roadmap, stato di avanzamento e criticità emerse. Un buon team deve essere in grado di spiegarti in modo chiaro il lavoro svolto, aiutandoti a comprendere con precisione la situazione, senza eccessivi tecnicismi.
Test e feedback: non aspettare il lancio per scoprire i problemi
Uno degli errori peggiori è testare tutto solo alla fine. Ogni funzionalità andrebbe testata mano a mano che viene sviluppata, sia dal team tecnico che da utenti reali (interni o esterni).
Crea quindi un gruppo di test fatto da persone che useranno davvero l’app, dicendoti cosa funziona e cosa, invece, è da sistemare, con feedback rapidi e concreti.
Il momento dei test non è una semplice formalità: è l’occasione per capire se la tua app sarà funzionale al suo scopo e realmente fruibile dagli utenti.
Lancio e post-lancio
Una volta pubblicata l’app, analizza come viene usata, raccogli dati, misura le performance. E soprattutto: prevedi fin da subito chi si occuperà di manutenzione, aggiornamenti e nuove funzionalità.
Se hai lavorato con un team in outsourcing, è utile stabilire:
- un piano di supporto tecnico continuativo,
- un modello per sviluppare nuove release a tappe,
- un sistema per raccogliere e organizzare i feedback degli utenti.
Chi sviluppa un’app e poi sparisce, si lascia alle spalle un progetto incompleto. Il vero valore si costruisce nel tempo, implementandola in base alle necessità dell’azienda e degli utenti che la usano.
La realizzazione dell’app è solo l’inizio
La realizzazione di un’app deve certamente essere affrontata con metodo e senso critico, ma se non sei un tecnico, non devi diventarlo: ti serve solo sapere come effettuare le tue valutazioni e come scegliere i partner giusti.
Beehind può affiancarti dalla fase di ideazione fino al rilascio, mettendo al tuo fianco sviluppatori competenti, coordinati e abituati a lavorare con realtà come la tua.
Se hai un’idea nel cassetto, questo è il momento di trasformarla in realtà: scrivici e capiamo insieme da dove partire!